Una insidiosa forma di aggressione silente.
A cura della dottoressa Lucia Luciana Mosca
Nel senso più ampio del termine, il cyberbullismo è una forma di bullismo agita mediante strumenti elettronici tramite l’invio e l’utilizzo di messaggi, telefonate, foto, video, social media e siti web allo scopo di ledere una vittima designata, attraverso azioni violente che prendono la forma di molestie verbali, aggressioni e persecuzioni fisiche, e virtuali.
L’utilizzo della tecnologia per perpetrare queste azioni aggressive è il primo degli elementi caratterizzanti il fenomeno: essa estende il raggio potenziale d’azione del fenomeno oltre i confini sociali (ludici e istituzionali) sconfinando nella vita privata del soggetto: mediante smartphone, tablet o pc il cyberbullo è capace di raggiungere la vittima designata in ogni ora e da ogni luogo possibile producendo profondi impatti psicologici sulle vittime con conseguenze sul piano emotivo e relazionale.
Al contempo, mediante smartphone, tablet o pc, la cybervittima può essere lesa, e perseguitata in ogni ora del giorno e in ogni luogo acceda online.
Tale dualità evidenzia il secondo elemento caratterizzante il fenomeno che lo rende pericoloso e inarrestabile: l’assenza di confine.
Entrambi gli elementi plasmano, così, nuove forme di interazioni e nuovi attori del fenomeno: si creano popolazioni virtuali di cyberbulli e target specifici di cybervittime e i contenuti offensivi possono essere inviati, e ricevuti, 24 ore su 24.
Tutto ciò determina il fenomeno del cyberbullismo come connotato da modalità pervasive e permanenti, le cui conseguenze risultano devastanti.
Inoltre le diramazioni che tale fenomeno può assumere sono molteplici; ne riportiamo di seguito otto diverse forme:
- Harassment (invio ripetuto di messaggi, denigratori e offensivi, allo scopo di ferire psicologicamente);
- Cyberstalking (invio ripetuto di messaggi, contenenti minacce o forme intimidatorie a carattere persecutorio, allo scopo di incutere paura);
- Flaming (invio di messaggi volgari e violenti allo scopo di suscitare odio);
- Outing & Trickery (condivisione di segreti e informazioni personali di un terzo soggetto, ottenute mediante inganno);
- Denigration (condividere pettegolezzi o materiale compromettente, allo scopo di rovinare la reputazione online della vittima)
- Impersonation (assumere identità fittizie allo scopo di offendere o danneggiare la vittima; rubare la password altrui impendendone, poi, l’accesso);
- Exclusion (escludere deliberatamente una persona da un gruppo online allo scopo di ferirla);
- Happy Slapping (registrare un video, o fare foto, mentre una persona viene ferita fisicamente, o psicologicamente, per poi condividerlo online allo scopo di umiliare la vittima).
Il cyberbullismo è un fenomeno in crescita nell’era digitale e richiede una esplorazione sempre più rigorosa e attenta per comprendere appieno sia le sue ramificazioni che le conseguenze sul singolo utente.
Affrontare questo fenomeno, inevitabilmente chiama in causa alcune competenze quali la responsabilità (propria e di terzi) online, la consapevolezza sociale e le risorse di supporto emotivo: mediante un approccio interdisciplinare, attraverso l’educazione virtuale e l’educazione emotiva, è possibile lavorare verso un contesto digitale più sano e compassionevole.
Sitografia di riferimento: