A cura della dott.ssa Giuseppina Di Leva – Psicologa, Psicoterapeuta.
Adolescenti e alcol
L’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda la completa astensione dall’alcol per i ragazzi di età inferiore a 16 anni in quanto, come la ricerca scientifica e medica ha dimostrato, prima di tale età l’organismo non è in grado di metabolizzarlo.
Tuttavia, l’uso e soprattutto l’abuso di alcol e il binge Drinking (letteralmente “abbuffata, gozzoviglia alcolica”) da parte di adolescenti dagli 11 ai 17 anni è un fenomeno sempre più diffuso e in costante aumento. Il consumo di alcol è visto come un rituale che facilita la creazione di legami e che permette ai ragazzi di avere interazioni più distese, e di sentirsi accettati dal gruppo dei pari grazie alla percezione di sembrare più disinibiti e loquaci.
Cos’è il Binge drinking
Il binge drinking ovvero il consumo eccessivo o compulsivo di bevande alcoliche consecutive in un breve arco di tempo è un comportamento molto usuale tra gli adolescenti che attraversano diverse trasformazioni biologiche, psicologiche e sociali che li portano lontano dalla famiglia per entrare a far parte del gruppo dei pari. Una transizione che esalta la ricerca di emozioni forti “sensation seeking” che può indurli ad attuare comportamenti irrazionali, sconsiderati e “comportamenti emotivamente influenzati” con effetti acuti sul loro stato psicofisico
Il binge drinking è spesso associato a episodi di coma etilico, a incidenti e infortuni fatali, risultanti dall’intossicazione da alcol, a problemi a scuola o al lavoro, o a usi simultanei di altre sostanze, come la marijuana o la cocaina. Conseguenze che hanno un impatto negativo non solo sugli adolescenti ma anche sulle loro famiglie e la comunità.
Wechsler et al. (1994) in uno studio realizzato su studenti di alcuni college americani, hanno messo in evidenza le principali conseguenze sociali e di salute prodotte dal binge drinking. Tra di esse possiamo ricordare la perdita dei sensi o postumi della sbornia (black-out, hangover), la compromissione del rendimento scolastico, le assenze, rapporti sessuali non protetti o non desiderati, aggressioni, risse, stupri, suicidi, problemi con le forze dell’ordine, guida in stato di ebbrezza e cadute accidentali.
Cosa possono fare i genitori?
I comportamenti di abbuffata possono essere considerati come l’esito dell’interazione tra diversi fattori individuali e contestuali: la soddisfazione di vita e la ricerca di sensazioni da parte dei giovani e la supervisione da parte dei genitori svolgono un ruolo congiunto nel prevenire o causare abbuffate di alcolici tra gli adolescenti.
Numerosi studi hanno dimostrato che la relazione genitore-figlio è fortemente implicata nell’insorgenza di comportamenti problematici durante l’adolescenza e hanno anche evidenziato l’influenza benefica di una genitorialità efficace sul benessere dei giovani. In particolare, il controllo comportamentale dei genitori o supervisione (Parental monitoring), definito come un insieme di comportamenti genitoriali volti a prestare attenzione e sorveglianza alle attività, agli adattamenti e alle amicizie del figlio, ai luoghi in cui si trova e al benessere che ne trae, assume particolare importanza nel favorire o meno l’uso di alcol e in generale può essere considerato come uno dei più importanti fattori protettivi contro i comportamenti rischiosi in adolescenza.
A questo proposito, è ragionevole supporre che i genitori che non controllano adeguatamente i propri figli siano meno coinvolti nella loro vita e, di conseguenza, possano trascurare i primi segnali di comportamenti problematici come il binge drinking.
Fondamentale ascoltare i propri figli, confrontarsi, parlare con loro.
Nella società post moderna, caratterizzata da vissuti di instabilità ed inconsistenza, in cui le relazioni vengono via via e sempre di più̀ sostituite dalla realtà virtuale dei social network i giovani spesso non riescono a parlare dei propri problemi perché non li vedono o non li considerano tali. Per questo è importante ora più che mai stimolare i giovani a fidarsi degli adulti di riferimento e ad essere trasparenti con le persone care.
È importante, infine evidenziare che se l’esempio e la corretta informazione non basta, chiedere aiuto a professionisti specificamente formati.
Bibliografia: Il Binge Drinking
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