A cura della Dott.ssa Simona Durante – psicologa – Psicoterapeuta

Il corpo riveste un importante ruolo comunicativo. Soprattutto in adolescenza, esso è utilizzato creativamente per rivelare appartenenza e gusti, ma anche per esprimere sofferenze. I disturbi del comportamento alimentare colpiscono principalmente la popolazione femminile, ma anche una piccola fetta maschile con un rapporto 1/10. L’esordio dei problemi afferenti allo spettro dei disturbi alimentari avviene in adolescenza e giovane età adulta, tra i 12 e 25 anni, manifestando sintomi come controllo rigido, la radicalizzazione delle condotte alimentari in una dimensione restrittiva, forte preoccupazione per la propria immagine, eccessiva paura di ingrassare, ma anche disregolazione alimentare, seguita o meno da condotte compensative, caratterizzata da un vissuto di colpa e vergogna. 

Durante l’adolescenza il corpo si trasforma diventando sessuato, rappresentando la “tela” su cui dipingere e costruire la propria identità di genere. Mentre negli anni ’90 la femminilità sacrificale e razionale, ascetica ed eterea rappresentata dalle top model filiformi, era il modello predominante di riferimento di una femminilità socialmente accettata, oggi qualcosa sta cambiando e, così, si modificano anche i quadri sintomatologici legati alla sfera dell’alimentazione e della nutrizione, così come la narrazione affettiva e simbolica della femminilità.

La nuova “società dell’immagine”, caratterizzata dall’esposizione del corpo sui social media come tramiti elitari, richiama ad una femminilità prestazionale, sana, forte e invincibile, pertanto l’esordio adolescenziale dei disturbi alimentari assume delle configurazioni sintomatiche definite “ortoressia” e “vigoressia”. L’ortoressia è un disturbo che consiste in un’attenzione ossessiva alla selezione dei cibi da consumare e in un rigido controllo delle modalità di preparazione con conseguente ruminazione (i pensieri sui cibi da acquistare/preparare e sulla pianificazione del regime alimentare sono pervasivi); per la sua connotazione fobica ed evitante nei confronti degli alimenti non considerati sani, nel DSM V questo disturbo rientra nella categoria “Disturbo evitante/restrittivo dell’assunzione di cibo”. La vigoressia invece, è un disturbo caratterizzato da un’attenzione maniacale per la forma fisica, manifestata attraverso un allenamento finalizzato al raggiungimento di un corpo perfetto e scultoreo. 

In Italia nel 2020 è stato registrato un aumento del 30% degli esordi asolescenziali dei disturbi alimentari: il rigido controllo sul corpo, sugli alimenti e le condotte orto – vigoressiche si configurano come reazione all’angoscia generata dalla sospensione degli affetti, dalla chiusura delle attività sociali e dal rischio di contagio. 

Le condotte orto – vigoressiche adolescenziali dunque, si presentano come un tentativo di depurazione del corpo da ogni traccia di debolezza, come una manifestazione di forza e l’acquisizione di un’identità socialmente accettata. Obiettivo della psicoterapia è ricostruire l’esperienza dell’adolescente, accompagnandolo nello sviluppo di un’identità soggettiva, unica e irripetibile.

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