L’intervento tempestivo incide sul futuro di un bambino autistico.

A cura della dott.ssa Flavia MorfiniPsicologa-Psicoterapeuta della GestaltAnalista del comportamento.

L’autismo è un disturbo dello sviluppo definito da anomalie qualitative negli ambiti dell’interazione sociale, da disturbi della comunicazione e da caratteristiche di comportamento rigido e stereotipato.

L’identificazione precoce dell’autismo rappresenta una sfida importante poiché apre delle possibilità di presa in carico in un’età dove il processo di sviluppo cognitivo, emotivo e sociale può essere modificato con maggiore facilità. Accade, purtroppo, che i campanelli d’allarme dell’autismo siano confusi con i capricci o con una generica immaturità psico-affettiva.

I Disturbi dello Spettro Autistico si manifestano in genere nei primi anni di vita del bambino. Generalmente i genitori sono i primi a rendersi conto delle difficoltà del loro bambino già dai 18 mesi.  In alcuni bambini i genitori riportano uno sviluppo apparentemente adeguato fino ai 18 mesi seguito da un arresto e/o da una regressione di competenze già acquisite.

La sintomatologia più frequente comporta:

  • anomalie nell’utilizzo dello sguardo e nella comunicazione;
  • manifestazione di ansia e collera senza una causa apparente;
  • anomalie nella ripetizione di suoni;
  • ritardo nell’apparizione di giochi simbolici;
  • utilizzo anomalo degli oggetti;
  • attività ripetitive;
  • manierismi nei movimenti di mani e dita;
  • reazioni atipiche a suoni o altre stimolazioni sensoriali;
  • anomalie motorie e posturali.

Se una o più di tali manifestazioni sono presenti in maniera ricorrente, è opportuno rivolgersi tempestivamente ad uno specialista.

Una volta definita la diagnosi, è necessario progettare un intervento riabilitativo efficace.

I trattamenti più efficaci sono:

  • Programmi psicologici e comportamentali strutturati che hanno lo scopo di favorire un miglior adattamento alla vita quotidiana.
  • Interventi mediati dai genitori: i genitori sono guidati dai professionisti per apprendere e applicare nella quotidianità le modalità di comunicazione più adatte per favorire lo sviluppo e le capacità comunicative del figlio.

Indicatori per una prognosi positiva sono:

  • Diagnosi precoce (entro i 2-3 anni).
  • Trattamento intensivo (20/25 ore a settimana di occasioni di apprendimento, in cui il bambino sia attivamente coinvolto in attività psicoeducative, pianificate ed adeguate al suo grado di evoluzione, distribuite nei diversi contesti di vita: centro terapeutico, famiglia e scuola).
  • Trattamento che richiede un attivo coinvolgimento della famiglia e della scuola.
  • Intervento caratterizzato da una costante misurazione dei progressi.

Nel nostro Modello Clinico integrato tali fattori, sono considerati centrali.

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