Come sopravvivere in casa senza trasformarsi in Jack Torrance di Shining
A cura di Lucia Luciana Mosca Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt Integrata, Musicoterapista.
Ricordate il tempo felice prima del ritiro forzato in casa? La famiglia per intero, dopo un’allegra giornata poteva consumare “insieme” due belle ore davanti alla tv o a ignorarsi a vicenda con gli smartphone in mano. Poi, a tarda ora, ci si salutava (forse) e si concludeva la giornata andando a letto.
Beh, oggi la ricordiamo come una esistenza felice, scandita da impegni là fuori nel mondo, a contatto con gli altri, sentendo così di appartenere al genere umano.
E invece, all’improvviso, arriva il Coronavirus che sta cambiando il nostro modo di abitare il mondo esterno, e ci ritroviamo in famiglia a condividere lo spazio stretto di un appartamento, a volte veramente molto stretto, per tutto il giorno, per tutti i giorni, senza pause.
Si, ma qual è il vero problema? Sicuramente non quello di trascorrere tanto tempo a casa, ma di doverlo fare sempre tutti insieme e negli stessi piccoli spazi, con il pericolo di far scoppiare una guerra in cui ci si lancia tutto quello che c’è a portata di mano. Perché in questa situazione è veramente difficile trovare un momento in cui si può stare da soli con sé stessi e ricaricare le pile.
E quindi, come se ne esce? Per adesso, non si può uscire, quindi via le gite con gli amici, via gli incontri con i colleghi, e via la passeggiata vicino al mare. Risultato? La convivenza forzata può tirare fuori i lati peggiori di ognuno!
Organizziamo gli spazi! In questo tipo di situazione è fondamentale poter prendere per sé stessi un pezzetto di casa per un determinato tempo, per recuperare passioni, abitudini personali e le proprie emozioni e pensieri, senza essere disturbati da nessuno.
Beh ritmo su!!!! In questo tempo sospeso in cui è tutto un “quando finirà”, “quando usciremo”, “dimmi quando quando quando”, le giornate sono lunghe e sembrano non finire mai. In questo caso possiamo chiedere aiuto alla musica: diamoci un ritmo che aiuti ad organizzare la giornata. Attenzione però, non deve essere un ritmo di marcia da lavori forzati! Un allegretto ma non troppo o un andante moderato possono andare bene per questi giorni di variazione dal normale andamento.
Io parlo, tu ascolti?
Se nonostante i suggerimenti, il contatto stretto genera comunque frustrazioni, tensioni e guerre, dato che non è possibile sbattere la porta e andarsene a respirare fuori, lontano, l’unica soluzione che resta è parlare sinceramente all’altro del proprio malessere.
Tutto questo vale anche con gli adolescenti, con i quali sappiamo quanto è difficile normalmente comunicare…… Ed allora perchè non far diventare questo momento un’opportunità per provare, parlando con loro, a capirli, stargli vicino e sostenerli, magari incoraggiandoli anche?
Lo smart working! E che sarà mai?
E non dimentichiamo che bisogna pur lavorare, quindi è importante dedicare dei momenti specifici della giornata a fare quello che normalmente viene fatto in ufficio. È un’attività che va organizzata e pianificata perché non si sta in una mezza vacanza dove ogni tanto si scrive un documento, tra una cosa e l’altra si manda una mail o si fanno due conti dopo aver guardato una bel film o la puntata della serie tv preferita.
Ultima cosa, non meno importante! Un po’ di esercizio fisico…..perchè è proprio vero il detto “mente sana in corpo sano”……e per aiutare la mente a restare sana, ossia integra e intatta, lontana dalle tentazioni di commettere un “famiglicidio”, perchè non utilizzare la valvola di sfogo che ci offre l’esercizio fisico?
Beh, forse con questi piccoli accorgimenti può essere veramente possibile uscirne indenni e, soprattutto, sani di mente!