A cura della Dottoressa Concetta Vergati – Psicologa – Psicoterapeuta.

Come faccio a riconoscerla?

 L’ansia è  la paura di un pericolo che non è  presente al momento  nella realtà e che è  immaginato come un evento negativo che può  accadere nel futuro, per il quale non ci sentiamo sufficientemente “pronti ed attrezzati”. Si manifesta attraverso una sensazione di paura o disagio intensi, che spesso si associa a sintomi fisici quali tremori, tachicardia, dolori allo stomaco,  e comporta la spinta ad evitare gli oggetti o le situazioni che si temono.

Come posso gestire l’ansia da prestazione?  

 L’ansia da prestazione è  la paura di fallire in una prova considerata importante,  associata al timore di essere giudicati come inadeguati o imperfetti.   Si può  gestire prendendo coscienza del fatto che ciascuno di noi possiede  capacità  “uniche e irripetibili” ed è  un essere umano “fallibile”, che può  apprendere dall’esperienza  dei propri errori. L’utilizzo di tecniche di rilassamento centrate sul corpo  può essere molto importante per gestire l’ansia e realizzare un contatto più profondo con noi stessi. Se l’ansia da prestazione è  molto intensa e persiste  nel tempo, comportando difficoltà  significative  nel raggiungere i nostri obiettivi, possiamo rivolgerci ad uno Psicologo. In tal caso  l’ansia è il segnale di un disagio più  ampio, che può  essere importante “ascoltare”, prendendoci cura dei nostri più  autentici bisogni.

Si può morire di ansia?

 L’ansia in sé è un’emozione che non può causare la morte. Nell’attacco di panico l’ansia può  esprimersi attraverso sintomi somatici ed essere confusa con disturbi fisici,  generando “la paura di morire”. Se  trascurata nel tempo, l’ansia può  contribuire ad aggravare  o a generare problemi fisici, provocando un intenso malessere e peggiorando in maniera significativa la qualità della nostra vita.  Può essere, pertanto, fondamentale “accogliere”  la nostra ansia e cominciare a sperimentare nuove modalità di entrare in contatto con noi stessi e con gli altri.