Due facce della stessa medaglia
A cura della Dottoressa Tilde Annunziato
La scelta di affrontare i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo è motivata dalla recente esplosione di episodi di violenza che interessano l’intera società e, soprattutto dalle continue sollecitazioni che giungono dai mezzi di comunicazione di massa, i quali riportano episodi di sempre maggiore violenza ed aggressività. Il bullismo e il cyberbullismo, difatti, sono due fenomeni di estrema rilevanza sociale e clinica, oltre che giudiziaria.
Cosa si intende per bullismo?
Il bullismo è un fenomeno di origine antica, largamente diffuso in ambito scolastico, che recentemente ha ricevuto particolare attenzione diventando oggetto di studio sistematico. Può essere definito un comportamento aggressivo volto a ferire qualcuno, perpetrato in modo ripetitivo e per un certo periodo di tempo, all’interno di una relazione interpersonale caratterizzata da uno squilibrio di potere ( Sharps & Smith,1994). Lo squilibrio di potere può essere di tipo fisico, nel caso in cui per esempio, il bullo è più forte della vittima, o di tipo sociologico, laddove la vittima, per esempio, appartiene ad un gruppo etnico minoritario o ad una classe sociale inferiore. Esistono varie forme di bullismo, a seconda del tipo e dell’intensità del comportamento aggressivo: fisico (botte, spinte o prepotenze di tipo fisico); verbale (ingiurie, insulti ecc.); indiretto (come pettegolezzi fastidiosi e offensivi, l’esclusione sistematica della persona a far parte di un gruppo, ecc.).
Cosa si intende invece per cyberbullismo?
Il termine inglese “cyberbullying”, è stato coniato dall’educatore canadese Bill Belsey, ed è stato tradotto in italiano con il termine “bullismo on line” o “cyberbullismo”. Può essere definito come un atto aggressivo, intenzionale, condotto da un individuo o un gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel tempo contro una vittima (Smith et al.,2008). Questa definizione risulta simile a quella del bullismo tradizionale ma, in più, implica l’uso delle nuove tecnologie; in questi casi le azioni nei confronti della vittima avvengono all’interno di ambienti virtuali come WhatsApp oppure all’interno della rete come un sito internet o un social network.
L’utilizzo dei dispositivi elettronici è un importante elemento chiave del cyberbullismo, capace di spiegare alcune caratteristiche peculiari del fenomeno: l’anonimato e l’impossibilità di ottenere indici relativi all’interazione sociale, quali il contatto oculare o il tono della voce, incentivando i meccanismi di “disimpegno sociale”. Il cyberbullismo si manifesta in molteplici forme: flamming (invio di messaggi violenti e volgari, allo scopo di suscitare conflitti verbali all’interno della rete, tra due o più utenti), impersonation (impadronirsi dell’account e del profilo di un’altra persona), outing (diffusione di notizie personali della vittima tramite mezzi elettronici), exclusion (escludere intenzionalmente un altro utente da un gruppo, chat o da un gioco interattivo), sexting (invio di messaggi e/o immagini sessualmente espliciti, tramite mezzi informatici), happy slapping (esercitare violenza sulla vittima, mentre qualcuno sta registrando) ecc.
Una ricerca ISTAT del 2014 ha mostrato la veloce diffusione del fenomeno nelle nuove generazioni. Dai dati emerge che il 5,9 % dei ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 17 anni che utilizzano il cellulare e/o internet, sono vittime di ripetute azioni vessatorie tramite e-mail, chat, sms o social network. Tra questi, le femmine sono le vittime più frequenti (7,1% contro il 4,6% dei maschi). Le condotte tipiche che caratterizzano il fenomeno sono le continue pressioni psicologiche, aggressioni, molestie, diffamazioni, furti di identità, trattamento illecito di dati personali e detenzione o diffusione di immagini erotiche minorili.
TUTTI INFELICI!
Il bullismo e il cyberbullismo non sono un gioco, bensì dei comportamenti capaci di lasciare profonde ferite non solo in chi li subisce. Uno studio del 2013 dell’Association for Psychological Science ha rilevato che sia i bulli/cyberbulli quanto le loro vittime/cybervittime avranno maggiori probabilità di soffrire psicologicamente, entrando nell’atà adulta.
Consiglio, per chi fosse interessato agli argomenti trattati, di vedere i film: Wonder, A Girl like her , The Cyberbully, Disconnect, Bully.