di Dott. Raffaele Sperandeo

Gli studi sull’esito della Psicoterapia hanno focalizzato l’attenzione, tra le altre cose sulle tecniche terapeutiche specifiche e sui fattori intrinseci della relazione tra terapeuta e paziente. Da una metanalisi effettuata, su circa 100 ricerche (Lambert e Barley, 2001) è emerso che il fattori relazionali incidono per il 30% sul risultato di una psicoterapia, mentre le tecniche specifiche spiegano soltanto il 15% del successo. Queste variabili relazionali sono: lo stile razionale e le caratteristiche personologiche del terapeuta, l’empatia, il calore e la congruenza espressi in relazione e l’alleanza terapeutica.

L’azione sinergica di queste variabili accresce molto le probabilità di un esito positivo della terapia. I pazienti tendono ad attribuire il successo della terapia alle caratteristiche del terapeuta che vengono descritti come calorosi, attenti, disinteressati, comprensivi e rispettosi.
Revisionando più di 2000 studi dal 1950 al 1994 Orlinsky et al. (1994) hanno identificato una serie di variabili relazionali efficaci capaci di orientare positivamente il trattamento psicoterapico. Queste variabili sono risultate: la credibilità del terapeuta, l’abilità, la comprensione empatica, l’accettazione incondizionata del paziente, la capacità di focalizzare l’attenzione del paziente sull’esperienza affettiva, e la congruenza del terapeuta. Ciò che emerge da queste ricerche è che nelle terapie che hanno un esito positivo, il paziente si sente compreso, accettato e apprezzato in un modo che è significativo per lui in quel momento.

L’alleanza terapeutica viene concettualizzata come composta da tre elementi: modalità, legami e obiettivi.

Le modalità attengono ai comportamenti tenuti all’interno della seduta, i legami riguardano l’attaccamento tra terapeuta e cliente, la fiducia reciproca e l’intimità (Safran 1991), gli obiettivi sono relativi alla condivisione delle prospettive della terapia. Date queste premesse, la formazione alle abilità relazionali è cruciale per il terapeuta principiante ed è altresì importante che i terapeuti imparino ad adattare il loro stile di risposta e (entro certi limiti) le proprie caratteristiche personali alle caratteristiche personologiche e comunicative dei pazienti, allo stadio del cambiamento, alla motivazione e allo stile di attaccamento.
Inoltre, è utile che i terapeuti vigilino sulla propria capacità di relazionare con i clienti che può essere inficiata dallo stress e del burn-out. (Norcross, 2002) Gli approcci umanistici integrati (terapia centrata sulla persona, gestalt e analisi transazionale) di derivazione fenomenologico esistenziale focalizzano l’attenzione del terapeuta (sia nelle sedute che durante il processo formativo) sulle tematiche relazionali appena descritte ottenendo un consolidamento dell’alleanza terapeutica prima di applicare la tecnica terapeutica adatta al paziente scegliendola in una cassetta degli attrezzi che attinge pragmaticamente dai modelli teorici scientificamente consistenti. Questi modelli terapeutici hanno come obiettivo il potenziamento della capacità dell’utente di riconoscere ed integrare i processi affettivi ed emotivi nel “qui ed ora”. Il setting terapeutico è caratterizzato dall’accoglienza empatica e comprensiva tipica dell’approccio “Centrato Sulla Persona” (Rogers, 1950). La focalizzazione sulle emozioni è tipico dell’approccio gestaltico e avvicina questi metodi alla visione attuale dei sistemi emozionali-motivazionali ritenuti centrali nell’organizzazione dei comportamenti normali e patologici. Lo studio dei sistemi emozionali-motivazionali è stato sviluppato approcci differenti (cognitivistici, dinamici, umanistici e neurobiologici) e si sono delineati alcuni principi fondamentali comuni:

  • l’esperienza emotiva è centrale nella determinazione delle risposte dell’individuo all’ambiente e interagisce con la valutazione cognitiva nella organizzazione dell’immagine di se dell’individuo;
  • le emozioni sono quindi gli organizzatori fondamentali del comportamento e dei sistemi di significato dell’individuo e costituiscono i processi fondanti delle relazioni sociali;
  • la consapevolezza e l’espressione delle emozioni sono centrali nelle relazioni psicoterapeutiche e nei processi di cambiamento.

Nella consapevolezza i fattori della relazione correlano con gli esiti della terapia in modo più stretto delle tecniche specifiche, l’approccio umanistico integrato dedica alla gestione della relazione la maggior parte dello sforzo terapeutico e formativo. L’obiettivo formativo è addestrare lo psicoterapeuta alla postura relazionale fenomenologico-umanistica ed alla logica dell’integrazione pluralistica che è finalizzata a ritagliare l’intervento a misura del paziente.

Bibliografia

  1. M. J. Lambert, D. E. Barley. (2001) Relationship and psychotherapy outcome; research summary. Psychotherapy- theory, research, practice and training, special issue: empirically supported Therapy relationship. vol. 38, n. 4.
  2. D. E. Orlinsky, K. Grave, B. K. Parks. (1994) Process and outcome in psychotherapy. In A.E. Bergin, S. L. Garfield: Handbook of psychotherapy and behavior change. Wiley.
  3. Safran J., Greenberg L. (Eds.) (1991) Emotion, psychotherapy, and change. New York: The Guilford Press.
  4. Prochaska J.O., & Norcross J.C. (2002). Stages of change. In J. C. Norcross (Ed.), Psychotherapy relationships that work: Therapist contributions and responsiveness to patients (pp. 303-313). New York: Oxford University Press.
  5. Rogers C.R. (1970). La Terapia Centrata sul Cliente. Firenze: Martinelli.